Esiste una reazione tra il Fiore della Vita e il Cubito Reale?
Apparentemente nessuna. E invece sì, c’è.
Cominciamo col capire di cosa si tratta.
Il Fiore della Vita è un simbolo sacro che ci arriva dalla notte dei tempi.
Oltre all’Egitto, questo simbolo è stato ritrovato anche in vari altri siti sacri antichi: Monte Sinai, Cina, India, Spagna, Germania, Tibet, Grecia, Svezia, Islanda e Italia, solo per citarne alcuni.
Rappresenta la Creazione, lo Schema della Vita, la Conoscenza, e la relazione tra tutte queste cose.
È anche interpretato come una rappresentazione dell’Universo e delle sue infinite implicazioni.
È un simbolo alla base della Geometria Sacra.
Questo schema sacro è stato ripreso infinite volte sia da oscuri artisti che da grandi geni. Tra questi c’è anche il grande Leonardo da Vinci che lo studiò a lungo e lo riprodusse centinaia di volte in molti sui disegni.
Il Cubito Reale (d’ora in poi CR) è una importantissima unità di misura egizia che serviva per progettare e tracciare in cantiere le linee di costruzione di edifici importanti quali: tombe, templi, piramidi, spazi sacri, ecc…
La sua lunghezza effettiva, se riportata nel nostro sistema metrico, misura esattamente 52,36 cm. Non un millimetro di più né uno di meno.
Questa misura così precisa è dovuta alla necessità di farla corrispondere a tutta una serie di costanti matematiche che gli Egizi conoscevano molto bene ([1]).
Per spiegare come ci sia una diretta relazione tra il Fiore della Vita e il Cubito Reale è necessario ripercorrere brevemente un preciso percorso che parte dalla mia personale convinzione (oggi suffragata da una grande quantità di elementi a favore) che gli Egizi conoscessero il Metro.
Sì, proprio così, avete capito bene. Il Metro.
Il Metro
Benché gli antichi Egizi lo conoscessero, fu usato poco per gli edifici aulici, sacri ed importanti, poiché questa unità di misura non era né multiplo né sottomultiplo delle due principali costanti matematiche: Pi Greco (3,1416) e Proporzione Aurea (1,618).
Multiplo no, ma tra il Metro e queste due costanti, esiste una precisa relazione. Vediamo quale.
Se tracciamo un cerchio con diametro di 1 m, la sua circonferenza sarà di 3,1416 m ([2]). (Fig. 5).
Ora suddividiamo la circonferenza in 6 parti uguali (Fig. 6). Perché proprio in 6 parti e non in 5 o in 7 o altro numero? Perché in questo modo è possibile tracciare un esagono inscritto (Fig. 7).
L’esagono è l’unica figura della geometria piana che ha i lati della stessa lunghezza del raggio del cerchio che lo contiene. Quindi se raggio del cerchio è = 50 cm, anche i lati dell’esagono saranno uguali a 50 cm (Fig.7).
Dividendo tutto il cerchio in 6 parti uguali, si sono formate 6 “fette di torta” ognuna delle quali avrà un angolo al centro di 60° (Fig. 8).
La lunghezza dell’arco che sottende il corrispondente angolo di 60° (cioè quello di ciascuna fetta) è esattamente di 0,5236 m, cioè un Cubito Reale. Verifica:
3,1416 : 6 = 0,5236
Abbiamo appena dimostrato la perfetta relazione tra Metro e Cubito Reale che passa attraverso il Pi greco.
Però prima abbiamo parlato di due costanti. Qui manca ancora la Costante Aurea. Giusto.
La soluzione è più semplice di quanto si possa pensare di primo acchito.
Infatti sottraendo al valore in metri di Pi Greco (3,1416), quella del Cubito reale (0,5236) si ottiene 2,618 che è il quadrato del numero aureo (1,618). Infatti 3,1416 – 0,5236 = 2,618.
Quindi per concludere questa prima parte propedeutica, possiamo affermare che esista una perfetta relazione tra Metro, Pi Greco, Cubito Reale, Numero Aureo.
Il Fiore della Vita
Come si può facilmente vedere dal disegno (Fig.9) la distribuzione dei petali è fatta sulla base di una stella a 6 punte, i cui estremi sono inscrivibili in un esagono regolare (Fig.10).
È un processo analogo a quello espresso in figura 7.
Siccome il raggio che ci è servito a tracciare la circonferenza di base (in questo caso = 50 cm) è lo stesso che è servito a tracciare i petali del Fiore della Vita, credo che si possa affermare che ogni petalo del fiore, è composto da due archi di cerchio lunghi 0,5236 m e quindi con la stessa dimensione di un Cubito Reale.
In altre parole il Fiore della Vita è composto da 12 “Cubiti Reali” il cui sviluppo totale è pari al doppio del Pi Greco. Infatti:
0,5236 x 12 = 6,2832 : 2 = 3,1416
Analizzando dal punti di vista grafico e simbolico, la figura del Fiore della vita può essere scomposta in altri elementi più semplici che possono assumere vari significati.
Nel caso della figura 11, le curve si possono interpretare come due serpenti stilizzati (rosso e blu) che si incrociano. Esse ci ricordano il Caduceo (Fig.12).
Ricordiamo che la simbologia del serpente è uno dei più diffusi simboli mitologici e magici, presente in tutte le civiltà antiche a cominciare dagli Egizi (Ureo) con cui venivano rappresentati i Faraoni e le regine di sangue reale.
La stessa muta della pelle, tipica dei serpenti, è indice di rinnovamento e rinascita.
Non possiamo dimenticare il serpenti piumati della civiltà Maya (Quetzalcoatl), i serpenti incrociati di Asclepio, dio greco della Medicina, il culto di Esculapio versione latina di Asclepio il cui bastone con serpenti incrociati orna le moderne farmacie.
Ricordiamo anche il serpente di Adamo ed Eva, quello di Mosè. Il serpente nella tradizione Indù ci richiama le tradizioni tantriche (Kundalini). E da ultimo per il grande Carl Gustav Jung il serpente simboleggia l’energia cosmico – divina e quella psichica (libido).
Conclusione
Il Cubito reale ora così vicino e intrecciato con il Fiore della Vita assurge ad un livello superiore di importanza.
Non è solo più una misura, ma è il paradigma di una serie di corrispondenze simboliche che fanno capire perché era così “venerato” dagli antichi Egizi che lo posero alla base di tutte le loro costruzioni importanti a partire da quella che io considero la “madre di tutte le costruzioni”, la Grande Piramide di Giza.
Essa è la custode silente, ma ferma e decisa di tutta una filosofia costruttiva legata indissolubilmente all’Armonia. Concetto che loro deificarono sotto il nome di Dea Maat.
La sua vicinanza con il Fiore della Vita non è una scoperta, ma una conferma.
[1] – Di quali costanti stiamo parlando? Le due più conosciute sono: Numero Aureo (1,618), Pi Greco (3,1416). Ma ce ne sono varie altre, tra cui: Radice di 2 (1,414), Radice di 3 (1,732), e soprattutto, Radice di 5 (2,236). Quest’ultima molto presente e legata alla Camera del Re. Le ragioni che facevano sì che gli Egizi cercassero questi tipi di corrispondenze, non è tema del presente scritto. Chi fosse interessato può trovarle trattate compiutamente del mio libro “Armonia Universale” – Ediz. Priuli & Verlucca – 2016.
[2] – Per trovare la circonferenza di un qualunque cerchio si moltiplica la lunghezza del diametro per Pi Greco. Quindi se il diametro è uguale a 1, la circonferenza sarà uguale a Pi Greco.
Buongiorno,
rispondo alle sue due email di commento.
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Nella prima Lei aveva scritto:
Mi scusi ma qui c’è un errore di fondo. Sono d’accordo riguardo alla proporzione tra pi greco e cubito (1/6), ma il metro non c’entra assolutamente nulla. Se lei crea un’unità di misura ‘pippo’ e stabilisce che 1 pippo vale, ad es., 62,619 cm, e fa il suo ragionamento con un cerchio di raggio 1 pippo, tutto funziona comunque. Si tratta solo di proporzioni, le unità di misura possono essere qualsiasi!!
Nella seconda:
Inoltre il fatto che 5/6 di pi greco corrisponda approssimativamente alla sezione aurea+1 è una cosa facilmente verificabile ma è una semplice curiosità, dal momento che i due valori dopo pochi decimali risultano ben diversi.
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Le sue due “contestazioni” (di cui la ringrazio anche solo per il suo interesse per ciò che ho scritto), mi danno la possibilità di spiegare in maniera spero esaustiva il mio punto di vista.
1. Intanto iniziamo col dire che l’aver affermato che gli antichi Egizi conoscevano il Metro è una mia personale convinzione, (che ovviamente non le chiedo di condividere) suffragata da una mia ricerca di anni e da una grande quantità di studi fatti da validissimi ricercatori come il francese Quentin Leplat, oppure l’inglese Howard Crowhurst. Se Lei fosse interessato al problema unità di misura storiche Le consiglio vivamente di leggere questi autori… Se Lei mastica il francese, ci sono vari video in rete (Youtube) di Quentin Leplat che spiegano oltre ogni ragionevole dubbio come il metro fosse già noto ai tempi dei megaliti di Carnac (Francia).
2. Ora rispondo al suo primo quesito. Lei afferma che “c’è un errore di fondo”. Non credo. Lei ha ragione quando asserisce che, usando una qualsiasi unità di misura anche quella da Lei inventata (Pippo che vale 62,619 cm) nel momento in cui pongo il diametro di un cerchio = 1, ottengo come circonferenza del cerchio che ne deriva, una misura 3,1416 Pippo.
Quindi secondo Lei non ci sarebbe possibilità di provare che l’unità di misura di partenza sia il Metro.
Dal punto di vista razionale, il suo ragionamento è corretto, non da quello storico e archeologico.
Ora per esporre quella che è la mia posizione, riporto qui di seguito quello che ho scritto in un mio libro uscito nel 2016 dal titolo “Armonia Universale” (pag. 124).
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Gli Egizi conoscevano il metro? Potrebbe sembrare un’autentica provocazione, che farebbe saltare sulla sedia ogni egittologo, ma forse un ragionamento lo si può fare.
Sappiamo che il Cubito Reale corrisponde esattamente a Pi Greco / 6, cioè la sesta parte di una circonferenza che abbia un diametro = 1. Bene.
Ma 1 che cosa? Un metro? Un centimetro? Un’unità di misura qualsiasi? Dal punto di vista puramente matematico, sì. Diametro = 1, di un’unità di misura non specificata. Assolutamente vero, infatti:
1 x 3,1416 = 3,1416 / 6 = 0,5236.
Il fatto è che sappiamo anche quanto è fisicamente lungo il Cubito Reale, dato che ne sono stati ritrovati moltissimi esemplari nelle tombe. Tutti questi esemplari presentano misure comprese tra 52 e 53 cm. Ora, ci si potrebbe porre una domanda: qual è quella misura compresa tra 52 e 53 cm che è uguale alla sesta parte di un cerchio il cui diametro sia = 1? L’unica risposta valida è: 52,36 cm.
Da qui il passo è breve. Esiste una sola circonferenza la cui sesta parte è lunga come un Cubito, quella che ha un diametro = 1 metro.
Se consideriamo valido questo ragionamento (mi pare difficile poterlo negare dal punto di vista aritmetico), l’unica conclusione razionale è che gli Egizi conoscessero il metro….
A questo si aggiunga che alcuni anni fa è stato ritrovato a Dahshur un pyramidion (che come sappiamo è una piramide in miniatura) le cui misure sono esattamente:
Base = 157 cm e Altezza 100 cm, cioè 1 metro esatto!
Ah, tra parentesi, 157 è la metà esatta di 3,14 (cioè Pi Greco) in metri …
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Le colonne quadrate di l’Osireion dietro il tempio di Seti I° ad Abydos in Egitto misurano esattamente 100 cm non un millimetro di più nè di meno (le ho misurate io con il Laser). Vi sono decine e decine di altri esempi da fare, ma non è questa la sede per allargarsi…
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Credo che tutto questo possa già rispondere al suo quesito, ma se volesse approfondire, le consiglio di leggere il mio articolo uscito il 5 gennaio su l’Arazzo del tempo dal titolo: “Gli antichi Egizi, conoscevano il metro?” oppure “La Camera del Re un curioso incrocio di dati”. Questi articolo le fanno capire con semplici ragionamenti aritmetici che gli antichi Egizi usavano sia il Cubito Reale che il Metro…
3. Ora rispondo al suo secondo quesito.
Se Lei considera come Pi Greco 3,14 (cioè solo i primi due decimali) la sua affermazione potrebbe essere giustificata. Se invece considera come Pi Greco il valore di 3,1416, il conto torna perfettamente. 3,1416 : 6 x 5 = 2,618 che è il quadrato di 1,618.
Inoltre immagino che Lei sappia che il Pi Greco è non solo un numero irrazionale ma anche trascendente e quindi la “perfezione” non potrà mai essere raggiunta. Lei pensi che un computer giapponese è arrivato a calcolare per il Pi Greco bel 40 miliardi (sì proprio così) di decimali. E non è arrivato al fondo… Quindi…
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Sperando di averle risposto esaurientemente, le auguro buona serata.
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Inoltre il fatto che 5/6 di pi greco corrisponda approssimativamente alla sezione aurea+1 è una cosa facilmente verificabile ma è una semplice curiosità, dal momento che i due valori dopo pochi decimali risultano ben diversi.
Mi scusi ma qui c’è un errore di fondo. Sono d’accordo riguardo alla proporzione tra pi greco e cubito (1/6), ma il metro non c’entra assolutamente nulla. Se lei crea un’unità di misura ‘pippo’ e stabilisce che 1 pippo vale, ad es., 62,619 cm, e fa il suo ragionamento con un cerchio di raggio 1 pippo, tutto funziona comunque. Si tratta solo di proporzioni, le unità di misura possono essere qualsiasi!!