Il cap. 78 del LIBRO DEI MORTI è uno dei più intriganti ed ha veramente dell’incredibile. Si racconta di un personaggio che è condotto con un volo nell’installazione del deserto orientale, da cui parte, dopo essersi allacciato il casco senza il quale non può andare e tornare per le strade del cielo, verso un punto non ben definito dell’orizzonte celeste.
Una volta giunto in questo punto indefinito, è aiutato ad entrare nel DUAT dove incontra qualcuno che è in alto nel SUO GALLEGGIARE.
Ci fa notare Michele Manher nel suo testo Esodo, la storia segreta che, in questa versione, stranamente il verbo galleggiare non ha il determinativo di ramo, bensì di papiro, cioè l’autore del testo non si sta riferendo ad un galleggiamento naturale come un ramo sostenuto dall’acqua, ma a qualcosa di astratto, che però provvede alla spinta, appunto al galleggiamento.
Ma leggiamo insieme il testo:
Io ti do il casco Ruty affinché tu possa ANDARE E VENIRE PER LE STRADE CELESTI.
Coloro che sono ai limiti remoti dell’orizzonte (celeste), gli dèi del Duat, si preoccuperanno per te, s’impegneranno davanti alle loro porte per te, gli dèi che sono ai limiti remoti.Il guardiano (della) cappella dà il rotolo di papiro a COLUI CHE È IN ALTO NEL SUO GALLEGGIARE.
Egli prende da me il casco verde, (quello di) Ruty per il trasporto – allacciato il suo casco si allontana verso Iahada
… sia gloria a te (che sei) nelle condizioni di PROVVEDERE AL MIO RITORNO. Ruty lì dentro allaccia il mio casco insieme a me, lo sistema sui capelli, lui allaccia il suo corpo al suo schienale.
Il suo equipaggio e la sua potenza non mi FANNO CADERE NEL VUOTO (…)
Io ho visto cosa c’è in quel luogo, il mio pensiero è nella maestà del signore dell’aria… io ho attraversato le regioni più lontane del cielo… un bel viaggio! mi hanno dette le divinità del Duat.
Si sta parlando di galleggiare di qualcuno nel Duat che si trova ai limiti remoti dell’orizzonte celeste. Si sta parlando per caso di assenza di gravità?!
Ma Michele Manher, ci propone un altro passo straordinario che sembrerebbe confermare la tesi di un viaggio avvenuto realmente oltre l’atmosfera terrestre.
Questa volta si tratta della SENTENZA del cap. 175 del LIBRO DEI MORTI versione PAPIRO DI ANI, esposto al British Museum:
Cos’è questo? IO VI HO VIAGGIATO ed inoltre non c’è acqua, non c’è aria, non c’è vento, è buio, oscuro, senza limiti, senza confini.
A Osiride vengono fatte dire parole per descrive uno spazio che nessuno poteva minimamente immaginare a quel tempo.
Non esistevano le basi e i riferimenti culturali per una simile descrizione, ma per ora prendiamone solo atto, pochi punti del nostro complesso arazzo del tempo.
Il Libro dei Morti consta di una raccolta di incantesimi che, a partire dal Nuovo Regno (1580 – 1085 BCE), venivano inserite all’interno dei sarcofagi dei defunti. Consistono in rotoli di papiro che venivano posti in genere sotto il capo della mummia ed avevano la funzione fondamentale di aiutare i defunti a vivere nell’oltre tomba.
Liberamente tratta da Michele Manher, Esodo, la storia segreta – Phasar edizioni