Sono state documentate dal Dott. Pietro Buffa nel libro “I geni Modificati di Adamo”, vere e proprie modifiche migliorative, aventi lo scopo di dirigere il processo di ominazione verso lo sviluppo di un organismo in perfetta forma, capace di lavorare e riprodursi, nel passaggio dal primate all’Homo sapiens; tuttavia prima di questo studio, pubblicato su PNAS, condotto da ricercatori di varie prestigiose Università Statunitensi, non era noto se la selezione, o chi per essa, avesse agito in modo simile anche sul cuore.
È stato innanzitutto notato che gli umani hanno ventricoli dalla forma più allungata e meno sferica rispetto a quelli degli scimpanzé.
Gli scimpanzé sono soliti passare le loro giornate restando molto tempo a riposo e a mangiare, intervallando questa routine con momenti di attività fisica molto intensa ma di breve durata, come un combattimento o un’arrampicata; probabilmente lo stesso accadeva ai nostri antenati abituati alla vita arboricola.
Gli studi sostengono che un cuore per permettere un’attività fisica di questo genere, effettua contrazioni brevi ad alta intensità, il ventricolo sinistro deve sopportare la pressione e sostenere la gittata cardiaca per far funzionare il cervello e mantenere la coscienza, necessita quindi di forza e potenza ma non di particolare resistenza.
Le caratteristiche fisiche di un cuore di questo tipo sono: il volume della camera ridotto, le pareti spesse e una geometria sferica.
L’Homo sapiens delle società pre-industrializzate, al contrario, dovevano passare molte ore a cacciare, a camminare e a raccogliere cibo, il che significava mantenere un’attività fisica moderata e costante nel tempo, aveva bisogno di camere più grandi e pareti più sottili, in modo tale da permettere l’aumento del volume di sangue pompato dal ventricolo sinistro ed essendo in grado di riempirsi in modo più rapido e completo a frequenze cardiache elevate, assumendo una forma meno sferica e più allungata rispetto a quello dei suoi antenati che vivevano sugli alberi.
Dunque, la nuova ricerca ha evidenziato che il cuore dei primati e quello degli uomini si è sviluppato in modo differente. Anche se inizialmente molto simile a quello degli scimpanzé, il cuore umano ha subito una modifica, poiché i nostri lontani antenati conducevano uno stile di vita che prevedeva un diverso tipo di attività fisica.