Una antica mappa con una nota interessante
La mappa di Bowen fu realizzata nel 1747 dal cartografo e incisore inglese Emanuel Bowen (1714-1767), sulla base dei resoconti delle esplorazioni effettuate dal norvegese Hans Egede (1686-1758), missionario, soprannominato l’apostolo della Groenlandia.
In questa mappa è riportato un canale che taglia trasversalmente la Groenlandia, dalla Baia di Disko fino ai fiordi della costa sud-orientale dell’isola.
Questo canale, che data la regolarità del suo tracciato ben difficilmente può essere considerato di origine naturale (è praticamente rettilineo, lungo oltre 600 Km e di larghezza uniforme), in realtà potrebbe corrispondere al lato meridionale della fossa scavata attorno alla pianura di Atlantide.
Sembrerebbe infatti ragionevole supporre che gli antichi abitanti dell’isola, oltre a realizzare l’enorme fossa descritta da Platone, avessero progettato il prolungamento verso est del suo lato meridionale, verso uno dei fiordi che si trovano sulla costa affacciata verso l’Islanda, all’evidente scopo di realizzare un collegamento diretto tra la città di Atlantide e il continente europeo, evitando alle navi la lunga circumnavigazione della Groenlandia meridionale, e anche per facilitare il drenaggio delle acque della pianura.
Dalla baia di Disko il canale era accessibile attraverso il fiordo Kangia, che oggi è ostruito dal ghiacciaio Sermeq Kujalleq, mentre dall’altro lato lo si poteva raggiungere attraverso quello che l’autore chiama Ollumlongri Firth, corrispondente all’originale islandese Ollumlengri Fjord, letteralmente il fiordo “più lungo di tutti”.
Una nota scritta in inglese sulla mappa appare di estremo interesse:
It is said that these streights were formerly passable, but now they are shut up with ice
(si dice che questi stretti in passato fossero transitabili, ma ora sono bloccati dal ghiaccio).
Un’antica saga islandese
Ma dove sbocca l’Ollumlengri Fjord, il fiordo più lungo di tutti?
Partiamo da un’antica saga islandese chiamata Tale of Jokull Buason, dove il protagonista Jokull, naufragato con altri compagni di viaggio su una territorio sconosciuto, durante la notte incontra due sorelle streghe, Gnipa e Geit.
Dopo un breve duello in cui Jokull mozza la testa a Geit, Gnipa gli rivela che egli si trova nella selvaggia Groenlandia e precisamente all’ingresso dell’Ollumlengri Fjord.
Ciò che interessa a noi è sempre lo scenario geografico, l’Ollumlengri Fjord è difeso da due streghe di cui una si chiama Gnipa, nome questo identico a Gnipahellir, che nella mitologia norrena, identifica la grotta che conduce al regno dei morti di Hel, al cui ingresso è legato il cane Garmr.
Perciò è l’Ollumlengri Fjord che conduce al regno dei morti di Hel, quindi questo canale che un tempo collegava la città di Atlantide alla costa orientale della Groenlandia sfociava sull’Helheim Fjord (che prende il nome dal mondo dei morti dei vichinghi) dove oggi si trova il famoso ghiacciaio.
Da notare come l’Helheim Fjord assieme al Fenris Fjord e al Midgard Fjord, formano una trilogia mitologica impressionante, poiché tutti e tre sfociano nel Sermilik Fjord, che scorre da nord verso sud, esattamente come conferma la tradizione, secondo cui, per accedere al regno dei morti di Hel, bisognava andare “verso il basso e verso nord”.
Una spedizione moderna, una rotta antica
A dimostrazione di come la mappa di Bowen ha sempre goduto di enorme autorevolezza (nonché a quanto pare anche i racconti folkloristici e mitologici), è proprio lungo la rotta dell’Ollumlengri Fjord che Fridtjof Nansen, esploratore, scienziato e politico svedese, intendeva inizialmente compiere la spedizione di attraversamento della Groenlandia sugli sci, dal Sermilik fino a Christianhab.
Due decenni di cambiamenti – Il ghiacciaio di Helheim nella Groenlandia orientale, visto dall’operazione IceBridge della NASA
Dal 1997, la NASA ha raccolto dati sul ghiacciaio di Helheim quasi ogni anno, utilizzando un altimetro laser aereo chiamato Airborne Topographic Mapper (ATM).
L’ATM misura l’elevazione del ghiacciaio mentre l’aereo vola lungo il centro del ghiacciaio. Confrontando i cambiamenti nell’altezza della superficie del ghiacciaio di anno in anno, gli scienziati stimano la quantità di ghiaccio che il ghiacciaio ha perso.
Dal 2009 queste indagini sono continuate come parte dell’operazione IceBridge, il rilevamento aereo più costante e complesso della NASA sul ghiaccio polare.
Dall’animazione ricostruita dalla NASA, si può intravedere l’andamento di questo ghiacciaio e il suo scorrere sul letto del “fiordo più lungo di tutti”